Inizio questa recensione dicendo che Tomoko è un’insegnante bravissima, con una motivazione per il mestiere che svolge presente in tutto ciò che fa, dal preparare materiali personalizzati per studente, al saper arricchire le proprie lezioni di contenuti culturali che completano a fondo il corso. Prima di iniziare con le lezioni si fissano degli obiettivi e, mi rivolgo a futuri studenti, sappiate che se fate tutto ciò che Tomoko vi dice di fare (kanji settimanali, parole, esercizi,...) raggiungerete grandi traguardi in tempi sorprendenti. Vi guarderete indietro e vi chiederete: come ci sono arrivato? Con lei sono arrivato a preparare l’esame N2 in due anni partendo da zero. Ci tengo a precisare che non sono un genio e che in questi due anni ho preso anche una pausa di tre mesi per l’esame di maturità.

Tomoko sa quello che fa, fidatevi. Fa questo lavoro da abbastanza tempo da aver collaudato il suo metodo con abbastanza JLPT (anche se fa di tutto per migliorarsi sempre di più). E questo fa risparmiare tantissimo tempo: uno dei rischi di studiare da autodidatti (oltre allo sbagliare i tratti dei kanji), infatti, è proprio quello di “non sapere come andare avanti”. Se svolgerete con regolarità i compiti settimanali assegnati vi assicuro che con lei saprete sempre dove state andando, e i progressi li vedrete. Scrittura di hiragana e katakana, kanji, lettura, traduzione e grammatica sono curati con un’attenzione incredibile, e alla fine di ogni livello del JLPT si svolge un test di valutazione per capire a che punto si è. 

Ovvio che bisogna ascoltare anche le critiche. Soprattutto le critiche, oserei dire. Quando sbagliate un kanji, quando correggete una traduzione, quando avete capito male il significato di una parola (e succederà), riflettete sugli errori. Il rischio di mollare tutto con il giapponese è sempre dietro l’angolo, ma se ascoltate Tomoko e fate passo passo quello che vi dice di fare (senza strafare) nulla è impossibile. Dopo due anni di spiegazioni, correzioni, esercizi di scrittura, traduzioni, ma anche parentesi culturali e tante risate non posso che ringraziare per tutto ciò che mi ha dato. Insegnanti così sono poche, che insegnano per insegnare, perché il lavoro che fanno è proprio ciò che vorrebbero fare e ci mettono tutta la passione del mondo.

Michelangelo, Venezia